Nell’anno del lockdown, il 27enne Noureddine ha lasciato il suo lavoro da metalmeccanico a tempo indeterminato per diventare programmatore; il tecnico audio Andrea si è reinventato durante lo stop agli eventi e ai concerti trovando un piano B e un nuovo lavoro; Valerio dopo 10 anni nel settore dell’abbigliamento ha mollato tutto per il mondo dello sviluppo web. Sono alcune delle storie raccolte da aulab, la prima coding factory italiana, di giovani che durante la pandemia hanno scelto di abbracciare la YOLO economy e dare una svolta alla propria vita lavorativa, anche ricominciando da zero.
Si vive una volta sola…
Si vive una volta sola. È questo il concetto alla base della YOLO economy, la “You-only-live-once economy”, il nuovo stile di vita che coinvolge in particolare i giovani delle generazioni Y (Millennials,26-41 anni) e Z (under 25) che scelgono di reinventarsi, ristabilendo le loro priorità.
A far emergere questa esigenza, la pandemia: l’ansia per la salute propria, di parenti e amici ha portato inevitabilmente ad interrogarsi su presente e futuro, ambito lavorativo compreso.
Il periodo di riposo forzato, il lavoro da casa e la paura di perdere il posto hanno portato sempre più giovani, anche quelli già inquadrati professionalmente, a mettere in discussione la validità delle scelte intraprese fino a quel momento.
È emersa così la necessità di conciliare meglio vita privata e lavoro e di dare spazio alle proprie passioni, per farle divenire la principale fonte di guadagno. Anche a costo di abbandonare l’azienda non disposta a valorizzare l’home working o a rinunciare ad un lavoro più sicuro ma meno coinvolgente.
Le nuove generazioni stanno dunque deviando la rotta, orientando la bussola verso la felicità e ripartendo da lavoro agile e digitalizzazione.
La formazione
A rafforzare questo scenario anche una ricerca di mercato di aulab, la prima Coding Factory Italiana attiva dal 2014 nell’edutech e specializzata in corsi di programmazione e sviluppo software. Attraverso il suo corso Hackademy, che in soli 3 mesi consente di acquisire le competenze necessarie per avviare una nuova carriera come sviluppatore web, aulab permette a chiunque di riqualificarsi professionalmente, a prescindere dal proprio background.
A dimostrarlo sono i dati della ricerca, effettuata su un campione di studenti che nel 2020 hanno partecipato al corso Hackademy per diventare programmatori: sono soprattutto Millennials, con una media di 29 anni di cui il 64% nella fascia 24-36 anni, e il 72% con una licenza superiore, mentre soltanto il 25% con una laurea triennale o magistrale. Ma soprattutto, moltissimi di loro non hanno competenze pregresse in ambito informatico. Si tratta in alcuni casi di giovani disposti anche a lasciare un lavoro sicuro, nonostante il difficile periodo attuale, per inseguire i propri sogni e trasformare la passione per l’informatica e la tecnologia in una nuova carriera.
Scelta rischiosa ma premiante
Una scelta rischiosa ma premiante: il tasso di collocamento per questi studenti, spiega aulab, è del95%,di cui il 75% entro 60 giorni dalla conclusione del corso. Il percorso intrapreso permette non solo di inserirsi in un settore, come quello ICT, dove c’è forte richiesta di risorse (solo per l’Italia si parla di 100.000 figure in ambito tech), ma anche di sviluppare, soprattutto in un contesto di incertezza come quello attuale, il mindset agile.
“Nell’ultimo anno si è parlato moltissimo di lavoro agile, soprattutto in riferimento alla legge sullo smart working che ha consentito alle aziende di gestire il lavoro da casa dei dipendenti durante la pandemia”, sottolinea Giancarlo Valente, CTO di aulab.
“Tuttavia lavoro agile non è sinonimo di lavoro da remoto: è piuttosto un metodo nato nel mondo dell’informatica e basato su collaborazione, focus sugli obiettivi, soddisfazione del cliente e continua sperimentazione. Queste caratteristiche lo rendono un metodo adatto a lavorare in un contesto di incertezza, che è quello in cui tutti i giorni si trovano a lavorare gli sviluppatori, ma che è ormai necessario per qualunque lavoratore. Nei nostri corsi abbiamo quindi come obiettivo di veicolare il mindset agile e i suoi strumenti: in questo modo gli studenti acquisiscono competenze utili per sviluppare progetti software, indipendentemente dal framework e dal linguaggio utilizzato, ma più in generale per lavorare più efficacemente in qualunque situazione, anche da remoto”.
Per raccontare come sia possibile dare una svolta lavorativa alla propria vita, Aulab ha raccolto le testimonianze di alcuni studenti che, nel 2020, hanno lasciato il loro posto “sicuro” per abbracciare la YOLO economy e seguire i propri sogni.
Nouredine: cambiare vita in 3 mesi lasciando il tempo indeterminato.
Da metalmeccanico a programmatore: è la storia di Noureddine, 27enne di origini marocchine che dal 2003 vive a Bra, in Piemonte. Finita la scuola, si è da subito rimboccato le maniche, cominciando a lavorare come metalmeccanico ed ottenendo un contratto a tempo indeterminato. Tuttavia, con il tempo ha cominciato a soffrire la mancanza di stimoli. Negli ultimi due anni ha però scoperto il mondo dell’informatica e della programmazione, cominciando a studiare come autodidatta.
Una passione che ha scelto di valorizzare proprio nell’anno della pandemia iscrivendosi, a settembre 2020, ai corsi serali di informatica delle comunicazioni, continuando comunque a lavorare. Dopo aver scoperto tramite i social l’Hackademy di aulab, Noureddine ha deciso di concretizzare i suoi sogni: si è licenziato, in pieno lockdown a novembre 2020, e ha iniziato il corso online intensivo di programmazione di 3 mesi, tornando a studiare “per un futuro migliore”. Una sfida vinta, poiché poche settimane dopo la fine del corso è stato contattato da un’azienda per la quale adesso lavora come sviluppatore back-end, facendo ciò che davvero ama.
“Il mio consiglio per coloro che vogliono cambiare vita: smettete di fare ciò che state facendo, se non vi piace. Non abbiate paura di rimanere senza lavoro”, racconta Noureddine.“Tuffatevi e inseguite i vostri sogni senza guardarvi indietro”.
Andrea: dalla musica alla programmazione, reinventarsi durante la pandemia
Anche Andrea di Varese ha cambiato vita nel corso della pandemia: come tecnico audio è stato colpito in prima persona dalla crisi dovuta alla sospensione di tutte le manifestazioni culturali e musicali. La forzata inattività lo ha spinto, nell’inverno del 2020, a seguire la sua passione per l’informatica e ad aprirsi a nuove opportunità lavorative. Dopo aver scoperto aulab sui social, Andrea ha deciso di iscriversi all’Hackademy. Un salto che lo ha ricompensato: dopo la formazione ha trovato lavoro come sviluppatore back-end per una grande azienda e ha così reinventato il proprio futuro, regalandosi una seconda possibilità.
Valerio: ricominciare da zero ma con la metodologia agile
Valerio ha 30 anni e per 10 anni ha lavorato nel settore dell’abbigliamento, compiendo anche un’importante crescita a livello professionale. Tuttavia, non sentendosi al posto “giusto”, ha scelto dimettersi in gioco e di lasciarsi guidare dalla curiosità per il mondo dello sviluppo web. Per questo, scoperta l’Hackademy di aulab, durante il 2020 ha deciso di lasciare il suo lavoro e si è gettato a capofitto nello studio per formarsi come sviluppatore web.
Il coraggio e la passione lo hanno ampiamente ricompensato: dopo il corso, nell’arco di un mese e mezzo, ha sostenuto colloqui con cinque diverse aziende ed ha avuto la possibilità di scegliere la proposta per lui più soddisfacente. Ora lavora a Bari occupandosi sia di back-end che di front-end, realizzando gestionali applicativi e lavorando con i data base.
“La più importante competenza che ho appreso in questo percorso è quella della metodologia agile. Si tratta di un concetto trasversale: è una metodologia che serve ovunque c’è teamwork per lavorare meglio, in qualsiasi settore, non solo in quello della programmazione”, spiega Valerio.