Archiviato il 2022 ci si chiede cosa prospetta il 2023. Quali saranno i trend nel settore delle costruzioni. Gli ultimi due anni sono stati anni di forte cambiamento per tutti i settori industriali. Novità che, ovviamente, hanno coinvolto anche il settore delle costruzioni. Complice le diverse manovre post covid per far ripartire l’economia in Italia e in Europa stiamo assistendo a un vero e proprio boom.
In Italia, stando all’ultima legge di bilancio gli appalti per opere pubbliche dovrebbero proseguire per tutto il 2023, addirittura il Polo infrastrutture del gruppo Fs aprirà cantieri per quasi 30 miliardi. Per quanto concerne il Superbonus dovrebbe passare dal 110 al 90%, anche se per alcuni soggetti resta il 110%.
In un contesto del genere è perciò molto probabile che vedremo il proseguo di investimenti importanti nel settore per cui osservando le ultime novità nel campo delle costruzioni abbiamo identificato 5 trend del settore delle costruzioni.
1) Recupero materiali inerti
Il recente Decreto Ministeriale n. 152 del 27 Settembre 2022 ha chiarito quali sono i criteri per cui i rifiuti inerti che derivano dalle attività di demolizione degli immobili e costruzione (e tutti gli altri rifiuti inerti con origine minerale) non vanno qualificati come rifiuti. Attraverso questo Decreto Ministeriale si scioglie un nodo fondamentale per l’industri del recupero dei materiali permettendo di introdurre il concetto di economia circolare anche in edilizia.
Se consideriamo che negli ultimi vent’anni l’operazione abbinata di demolizione e ricostruzione è passata dall’1% al 36% possiamo prevedere che il trend proseguirà e si consoliderà per tutto il 2023.
Dal punto di vista del noleggio, il decreto interessa maggiormente i macchinari da demolizione come il classico escavatore con le relative attrezzature da demolizione come pinze e martelli ma anche i microimpianti di frantumazione mobili che possono agire direttamente in cantiere per effettuare il recupero del materiale demolito.
2) Modularità e prefabbricati
Si tratta senz’altro di un tendenza piuttosto diffusa in Nord Europa ma inizia a diffondersi sempre più anche nella penisola italiana. Secondo l’americana Research and Markets è prevista una crescita del 8% per il mercato dell’edilizia prefabbricata nel periodo 2019-2025.
Senz’altro spostare parte della produzione in stabilimento comporta una serie di vantaggi in termini di sicurezza e produttività. La fabbricazione dei moduli è a tutti gli effetti un’attività industriale che comporta una minor presenza in cantiere degli operatori e di situazioni a rischio infortunio. Inoltre la possibilità di lavorare su turni e con una produzione in serie di alcuni moduli impatta in modo positivo sui tempi di consegna.
Il 2023 sarà quindi un anno in cui vedremo una maggiore diffusione degli edifici prefabbricati e soprattutto di elementi costruttivi prefabbricati, classico esempio strutture in legno lamellare per coperture degli edifici.
La fase di assemblaggio dei moduli avviene, invece, in cantiere e richiude l’uso massiccio di macchinari come i camion con gru e i sollevatori telescopici. Di solito le squadre di assemblatori sono dotati di mezzi propri, ma sempre più spesso le linee delle nuove strutture architettoniche richiedono l’impiego di mezzi speciali che vengono manovrati dal personale in cantiere o dalla ditta di noleggio stessa con il noleggio a caldo. Per chi opera nel settore dell’elevazione, il noleggio a caldo potrebbe rivelarsi una strada sempre più obbligata da percorrere
3) Esoscheletro
Nei cantieri il lavoro è prettamente manuale. Per quanto le macchine possano fare scavi e portare in elevazione gli operatori la parte manuale del lavoro rimane. Si tratta di un lavoro logorante e faticoso a cui dobbiamo aggiungere una ormai crescita dell’età pensionabile. Ovviamente non si può chiedere a un sessantenne di fare lo stesso lavoro di un ventenne. Operazioni come l’intonacatura richiedono che l’artigiano lavori con le braccia alzate o sospese per diverse ore.
Anche in questo caso la tecnologia può rivelarsi un ausilio fondamentale per l’attività di cantiere. Alcune delle migliori aziende robotiche hanno studiato esoscheletri adatti per il lavoro da cantiere. Esistono modelli che possono aumentare fino al 27% la precisione di lavoro nelle attività con le braccia sollevate, incrementando del 10% la velocità di esecuzione, con una riduzione dei tempi ciclo nell’ordine del 5%.
Sempre in un’ottica di produttività e di lotta agli infortuni l’esoscheletro può risultare uno degli strumenti più fondamentali per l’edilizia del futuro. Dal punto di vista del noleggio quella dell’esoscheletro potrà rivelarsi una delle nicchie più interessanti su cui puntare nei prossimi anni.
4) Robot da cantiere
Col termine robot da cantiere intendiamo in senso più ampio tutti quei macchinari che sono manovrabili a distanza o che possono operare in modo autonomo.
In un cantiere esistono diverse situazioni che possono essere a rischio per l’operatore. Spesso si tratta di lavori elementari piuttosto facili da eseguire ma pericolosi per l’operatore. E’ il caso tipico di demolizioni o manutenzioni o saldature in quota.
In questo caso esiste una reale esigenza di utilizzare mezzi che facciano il lavoro ma senza l’ausilio dell’operatore in loco. Il robot diventa uno strumento che l’operatore utilizza a distanza per effettuare specifiche operazioni, un po’ come il chirurgo che utilizza robot per eseguire specifiche operazioni sul paziente.
Esistono, altresì, robot che possono sostituirsi all’uomo ed è il caso di macchine che eseguono operazioni come la tinteggiatura o l’intonacatura che come abbiamo visto possono essere operazioni che a lungo andare logorano il fisico dell’operaio. A onor di cronaca va detto che si tratta di una fase sperimentale. Certo la preoccupazione è che il robot si sostituisca all’uomo ma per diversi dispositivi è comunque previsto l’intervento dell’uomo che andrà a fare un lavoro di rifinitura e monitoraggio qualità.
5) Stampa 3D
Spesso abbiamo visto con simpatica curiosità edifici o strutture realizzati con stampanti 3D in cantiere. Eppure esistono diverse imprese che offrono questo servizio e sono piuttosto attive.
In Texas, lo società di costruzioni ICON, ha in progetto la realizzazione di un quartiere di 100 case con stampanti 3D. In Cina verrà realizzata una diga di 180 metri sul Fiume Giallo utilizzando stampanti 3D e robot. L’edificio più grosso costruito con stampanti 3D si trova a Dubai ed è alto 9,5 metri e si estende sua una superficie di 640 metri quadri. In Italia la prima casa con stampanti 3D è stata costruita a Massa Lombarda e si chiama TECLA. Per realizzarla ci sono volute 200 ore di stampa, 350 strati di 12 millimetri, 150 chilometri di estrusione, 60 metri cubi di materiali naturali
Questo tipo di tecnologia cambia totalmente la tipologia di lavoro. L’intervento dell’uomo è minimo. Se solitamente per la realizzazione di una villa sono necessari 3 o 5 mesi con l’impiego di una decina di operai, con una stampante 3D è possibile son sufficienti un paio di settimane con l’ausilio di moduli prefabbricati e la supervisione di un paio di operai.
Alcune aziende hanno realizzato stampanti 3D in grado di costruire case a partire da materiali di provenienza locale utilizzando energia solare, eolica o idroelettrica. Ciò permette a regioni che ancora non hanno accesso all’elettricità di stampare in 3D strutture ecocompatibili sfruttando risorse locali.