Le gated communities o common-interest developments stanno conquistando il mondo. Cerchiamo di capire cosa sono e le ragioni del loro successo.
Sono nate negli Stati Uniti ma si stanno diffondendo a macchia d’olio un po’ ovunque. Si tratta delle gated communities o common-interest developments (CID), in italiano potremmo semplicemente tradurre il termine in “comunità cintate”. Ma cosa sono le gated communities?
Sono delle comunità residenziali recintate da mura e reticolati, sorvegliate all’ingresso ed espressamente pensate per limitare gli accessi. L’ingresso ai non residenti è subordinato, infatti, a una specifica autorizzazione.
Nate negli USA intorno agli anni 70 come stile di vita alternativo, hanno avuto uno sviluppo piuttosto intenso a partire già dagli anni 80. Si è passati dai 2.1 milioni di residenti degli anni anni 70 ai circa 30 milioni del 1990 per poi raggiungere i 70 milioni nel 2017 che equivale al 20% della popolazione USA. Il fenomeno è in rapida evoluzione e ha particolare successo in Sud America, in Australia, Messico, Cina e qualcosa si muove anche in Italia dove esisstono diverse comunità di cui le più note sono quelle di Borgo Vione nell’hinterland milanese o l’isola Albarella nella laguna di Venezia.
La nascita delle prime gated communities
Il primo esempio di CID fu la comunità di Radburn. Fondata nel 1928 da Charles Stern Ascher e Andy Wright nel New Jersey. Era amministrata da un governo privato. L’Associazione Radburn è, attualmente, gestita da un Consiglio di fondazione composto da nove persone e un direttore-direttore. I fiduciari sono nominati dai membri del consiglio ed eletti dai residenti della comunità e dai membri dell’Associazione.
Più tardi, verso la fine degli anni ’60, iniziarono a vedersi le prime gated communities. I terreni edificabili all’epoca erano sempre più cari e le CID sembravano un’ottima soluzione in quanto permettevano di ridurre gli spazi privati a favore delle aree comuni. Gli acquirenti erano disposti a rinunciare ai giardini o ai cortili privati in cambio di spazi collettivi che permettessero loro di spendere il loro tempo in attività ricreative coi componenti della comunità.
Caratteristiche della gated community
Le gated communities hanno delle caratteristiche che li distinguono dalle altre modalità abitative:
- Le unità abitative sono di proprietà mentre le aree comuni sono condivise
- Iscrizione obbligatoria alla’associazione dei proprietari
- Canone periodico per la gestione e manutenzione della comunità (sicurezza, manutenzione aree comuni,…)
- L’accesso alla gated community è circoscritto in modo rigido (o proprietari o gli aventi permesso)
- Le unità abitative sono integrate in una rete di servizi
- Gli spazi e le unità abitative sono progettati e ideati in maniera organica con un’unità di intenti.
Walt Disney e Celebration
Uno degli esempi più famosi di CID è Celebration, costruita nel 1996 nei pressi di Disney World in Florida. La città (a oggi conta 7427 abitanti) fu concepita dallo stesso Walt Disney non tanto come un progetto immobiliare ma come un luogo dove poteva costruirsi un comunità. Agli acquirenti non era offerto una singola proprietà immobiliare ma l’accesso a un particolare stile di vita.
Lo sviluppo di una città richiede anni se non secoli e si tratta di una crescita organica. In questo caso ci troviamo difronte a una dettagliata pianificazione commerciale. La scelta delle abitazioni ricade solo su 6 differenti stili architettonici: classico, vittoriano, coloniale, costiero, mediterraneo e francese. Fra le case può esserci una distanza massima di nove metri. Lungo le strade circolano automobili elettriche. L’intero complesso immobiliare gode di un sistema di sicurezza basato su fibre ottiche. Comprare casa e iscriversi all’associazione dei proprietari di Celebration è entrare e vivere nel magico mondo Disney.
Le limitazioni di libertà
Se da un lato le gated communities presentano il vantaggio di aderire a un comunità piuttosto selettiva e di accedere a una vasta gamma di servizi, dall’altra ci si trova difronte a una limitazione delle libertà. Spesso,infatti, gli statuti limitano i diritti di cui gode il proprietario della casa. Si va da regole non troppo invasive come quelle relative alla decorazione della casa a regole più severe come quelle che impediscono l’accesso ai nipoti dei residenti anziani di alcune aree ricreative. Le visite di soggetti esterni sono soggette a orari ben precisi e a volte l’attività di socializzazione fra vicini di casa è soggetta al coprifuoco.
Addirittura, in molti statuti, è previsto che i membri dei consigli dei CID possano avere diritto di entrare, a propria discrezione, nelle case della comunità, con il fine di difendere l’investimento di tutti i componenti della comunità.
La maggioranza dei residenti, però, dichiara di essere felice di rinunciare a parte dei loro diritti pure di accedere a una comunità di individui a loro affini con i quali condividono valori, sentimenti e stile di vita.
D’altra parte se dei soggetti decidono di fare un certo tipo di investimento immobiliare è perchè sono piuttosto consapevoli di ciò a cui vanno incontro.
Investimento immobiliare o mercificazione della comunità
Malgrado la limitazione di libertà che comporta l’adesione alle gated communities, vediamo che stanno proliferando a vista d’occhio negli USA ma anche nel resto del mondo. Soprattutto in Sud America dove la mancanza di sicurezza per la strade porta una fetta di cittadini benestanti a organizzarsi in CID.
Molti proprietari immobiliari preferiscono la gated community perchè sono convinti di difendere il proprio investimento immobiliare da eventuali svalutazione. Il fatto di poter vivere in un’area immobiliare selettiva permette di escludere l’ingresso a soggetti indesiderati curando così nel tempo la qualità del vicinato e dell’intera area. La gated community è, inoltre, uno status sociale, parliamo di immobili e servizi che hanno prezzi difficilmente raggiungibili alle persone disagiate e questo tende ad apprezzare nel tempo il valore dell’investimento..
Per altri proprietari immobiliari, le gated communities sono luoghi che permettono di comprarsi una rete di contatti e accedere velocemente a una comunità senza compiere il minimo sforzo. Parafrasando Bettina Drew nel suo articolo “Celebration: A New Kind of American Tow” su Yale Law Review: “la comunità è diventata un prodotto che si può acquistare, invece di qualcosa che si deve contribuire a creare”.
Per quanto controverso possa essere il dibattito sulla gated community, quello che è palese è che ci troviamo difronte a una realtà. Una realtà economicamente sana e che dai numeri sembra destinata a durare nel tempo e avere successo su scala globale.