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La Sharing Economy a Dubai. ShareDXB

La Sharing Economy a Dubai è partita in ritardo ma col progetto ShareDXB e le eccellenze che già esistono vuole diventare un punto di eccellenza per il Medio Oriente.

Lo sbarco della Sharing Economy a Dubai dimostra che non è l’economia dei poveri. Magari complici alcuni giornali, troppo spesso si tende a pensare che la Sharing Economy sia rivolta a chi non può permettersi l’acquisto di un bene. Ma non è proprio così. Le dinamiche di mercato e la società son cambiati e così la Sharing Economy è la risposta fisiologica ai mutamenti contemporanei.

La Sharing Economy a Dubai è partita dopo altri paesi ma è una realtà che sta prendendo sempre più piede. Complice l’arrivo dell’Expo 2020, Airbnb ha visto riconoscere la propria attività dal 2016 e dal quel momento è stato un continuo crescere di anno in anno. Sempre più proprietari di immobili iniziano a mettere a rendita il proprio bene attraverso Airbnb.

 

Car Sharing:  Careem

 

Ma sarebbe ingiusto pensare che la Sharing Economy a Dubai sia iniziata solo dal 2016. Forse non tutti sanno che Uber non riesce a essere leader di mercato nel Medio Oriente perchè ha difronte a sé un colosso come Careem.

Careem, fondata nel 2012 e con sede a Dubai, è la compagnia di Car Sharing più diffusa nel Medio Oriente. Careem è presente in 120 città in un’area che si estende dal Marocco al Pakistan. Nella stessa area, Uber è presente appena in 20 città. La leadership di Careem è talmente forte, che Uber sta pensando di acquisirla, si mormora di un’offerta di 2,5 miliardi di dollari.

SahreDXB

 

Il settore è talmente in crescita che il Department of Economic Development (DED) degli Emirati Arabi ha lanciato di recente una nuova iniziativa chiamata, appunto, ShareDXB. L’iniziativa è volta studiare e diffondere l’applicazione della Sharing Economy in diversi settori.

Secondo Mohammad Al Saadi, responsabile del DED, l’attività del ShareDXB “metterà in luce e offrirà opportunità a livello locale e internazionale nel campo della Sharing Economy per utilizzare risorse non utilizzate”.

Ha poi portato un interessante esempio sullo scambio fra Compagnie Aeree e  Università ipotizzando che l’una metta a disposizione dell’altra i posti liberi sui voli e che l’Università metta a disposizione corsi di specializzazione per il personale delle compagnie aeree.

La piattaforma non toccherà il flusso di entrate e uscita esistente delle aziende, ma l’idea di fondo è quella di far combaciare le risorse inutilizzate dalle diverse aziende riducendo di conseguenza le inefficienze e i costi aziendali.

Altra iniziativa di ShareDXB è quella di creare un White Paper al governo suggerendo un sistema legale più amichevole per i nuovi servizi di Sharing Economy.

Le iniziative di Al Saadi sono piuttosto ambiziose in questo ambito e si inseriscono molto bene nell’altrettanto ambizioso progetto di Smart City che le amministrazioni vogliono realizzare a Dubai.

 

 

 

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