Bike sharing cinese: fallimento o svolta?

All’indomani del fallimento di Bluegogo in molti parlano di esplosione della bolla del bike sharing cinese. E se invece fosse solo l’inizio di un nuovo modello di sviluppo?

Ogni giorno assistiamo nelle città italiane ed europee ad un’autentica invasione del bike sharing cinese. Bici dal design e dai colori accattivanti ce circolano nei centri storici e in mezzo al traffico urbano.
Eppure in Cina le cose iniziano a cambiare per il bike sharing.
Aziende che falliscono, eccesso di offerta rispetto alla domanda sono elementi che iniziano a destare alcune preoccupazioni agli addetti ai lavori.

 

Fallimento Bluegogo

 

Di recente è passato agli onori della cronaca il fallimento di Bluegogo il terzo operatore del bike sharing cinese. Nata nel 2016 dopo una raccolta di 90 milioni di dollari di investimenti aveva un parco bici di 700.000 unità. Ora dopo il fallimento.Era anche sbarcata a San Francisco. Oggi sono 20 milioni, i clienti che dovranno chiedere risarcimento sui loro depositi. La breve storia di Bluegogo non è un caso isolato nel settore. In Cina negli ultimi sei mesi sono fallite altre start-up: Wukong, 3vBike, Ding Ding. Un altro operatore ha chiuso in 6 mesi l’attività dopo che il 90% delle sue bici è stato rubato.

 

Eccesso di offerta o business in crescita?

 

Uno dei problemi pare sia l’eccesso di offerta nei confornti della richiesta. Celebre è la foto di Chen Zixiang che sul Guardian ha immortalato il cimitero delle bici a Xiamen. Una montagna di biciclette inutilizzate ammassate una sull’altra quasi a simboleggiare il fallimento di un settore.
Eppure i numeri dicono che il mercato è cresciuto dai 33 milioni di yuan nel terzo quadrimestre del 2016 ai 3,9 miliardi di yuan nel secondo quadrimestre del 2017 secondo iResearch. Il gigante del bike sharing cinese, Ofo, stima che ogni giorno il suo bike sharing realizza 300 milioni di corse in bici. In passato avevamo già trattato alcuni elementi del successo del bike sharing cinese.

 

Start up strozzate dai giganti

 

Bike sharing cinese: fallimento o svolta?

 

Ed è proprio il gigantismo dei due leader di mercato, Mobike e Ofo, a creare problemi alle start-up. Mobike a Giugno ha raccolto 600 milioni di dollari di finanziamento in gran parte provenienti dal gigante cinese Tencent che opera in diversi settori ed proprietaria di WeChat.
Ofo invece è riuscita a raccogliere 700 milioni di dollari dal gigante dell’e-commerce Alibaba. Cifre che sono lontanissime dagli “appena” 90 milioni raccolti da Bluegogo.
Ma non è solo un problema di concorrenza. Le aziende non sono in grado di generare profitti. Sia Ofo che Mobike spiegano che i loro profitti non si vedono in quanto sono riassorbiti dal loro piano di espansione nazionale e a livello globale.

 

Come guadagnare col bike sharing?

 

How to save by delivering things by car

 

In realtà secondo alcuni analisti le fonti di guadagno per le aziende del bike sharing cinese potrebbero non essere necessariamente le tariffe di noleggio.
Anzitutto le aziende detengono diversi milioni di deposito a garanzia da parte degli utilizzatori. Denaro che al momento è fermo e inutilizzato ma su cui la legge cinese non è chiara su come debba essere utilizzato. E’ ipotizzabile che questo capitale possa essere impiegato per prestiti e quindi piccole attività finanziarie.

Altra ipotesi è quello utilizzare le corse in bici per le consegne a domicilio. La bici potrebbe essere concessa titolo gratuito durante le consegne oppure potrebbe essere riconosciuto al guidatore un piccolo guadagno. Un po’ come sta già succedendo in alcuni settori della logistica.

 

Usare la strategia di Google e Facebook

 

Bike sharing cinese: fallimento o svolta?

 

Le altre ipotesi, invece, sono simili al modello di business di Google o Facebook. Come guadagnano Google e Facebook? Attraverso la pubblicità e la raccolta informazioni che che noi utilizzatori gli forniamo.

Partiamo dalla pubblicità. Le ruote delle biciclette potrebbero essere utilizzate come spazi pubblicitari. La pubblicità può passare anche per mezzo di buoni sconto che i clienti del bike sharing possono utilizzare con le aziende convenzionate.
L’altra via invece è quella della raccolta informazioni degli utilizzatori. Non dimentichiamoci che Mobike è finanziato da Tencent e Ofo da Alibaba.
Ofo già oggi utilizza il Alibaba’s credit-rating system per il noleggio senza deposito delle bici. In questo modo Ofo condivide con Alibaba tutta una serie di dati che permettono una più approfondita profilazione dell’utilizzatore.

 

Ma possiamo ancora parlare di bike sharing?

 

In altre parole il bike sharing potrebbe essere solo la scusa per permettere alle multinazionali di entrare nella vita dei vari utenti. A quel punto le tariffe di noleggio potrebbero addirittura scomparire. Se sono una multinazionale con una grossa fame di dati perché dovrei farti pagare il noleggio se invece quando utilizzi la bici mi stai fornendo gratuitamente informazioni preziose?

Ma arrivati a questo punto il bike sharing cinese potrà considerarsi ancora sharing economy oppure no? Cambiando lo scopo da semplice accesso a un servizio a concessione dei propri dati personali, gli utenti continueranno usufruire del bike sharing?
Insomma gli interrogativi sono tanti e in alcuni casi legittimi, soprattutto in virtù dei recenti rumors che danno come prossima la fusione fra Mobike e Ofo. Un gigante monopolista nel suo settore, in grado di raccogliere e fornire una quantità spropositata di dati.

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