Airbnb sospende le attività in Russia e intanto si propone di offrire il suo sostegno agli ucraini rendendo disponibili unità abitative per 100.000 rifugiati a titolo gratuito attraverso il canale Airbnb.org.
In questi giorni Airbnb è impegnata su due fronti diversi nei confronti della crisi Ucraina. E’ notizia del 4 Marzo che Airbnb si accoda alle altre multinazionali che hanno sospeso le loro attività in Russia e in Bielorussia. In risposta all’invasione russa dell’Ucraina, Airbnb ha impedito agli utenti di entrambi i paesi di effettuare e ricevere qualsiasi prenotazione.
Secondo AirDNA in Russia sono presenti più di 93.000 annunci e in Bielorussia quasi 4.000 su Airbnb. La società ha dichiarato che saranno bloccati i calendari degli Host per l’accettazione di nuove prenotazioni e la possibilità per i Guest di Bielorussia e Russia di effettuarne di nuove.
Airbnb offre il sostegno agli ucraini
Parallelamente alla decisione di sospendere le attività in Russia e Bielorussia, Airbnb ha annunciato di offrire sostegno agli ucraini in fuga dalla guerra. Saranno pertanto disponibili unità abitative per 100.000 rifugiati a titolo gratuito.
Gli alloggi sono finanziati da Airbnb, Inc. e dai donatori del Fondo per i Rifugiati di Airbnb.org.
Airbnb collabora con l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati-UNHCR, i rifugiati possono connettersi direttamente al portale dell’agenzia per ottenere aiuto e sostegno immediato. I tre founder di Airbnb, Brian Chesky, Joe Gebbia e Nathan Blecharczyk hanno annunciato il loro sostegno agli ucraini inviando lettere ai leader europei. Per ora l’impegno in termini di accoglienza è previsto per 100.000 rifugiati.
Airbnb non è nuova a iniziative del genere. Settimana scorsa ha annunciato di aver offerto alloggio a 21.300 rifugiati afgani. Non solo Afghanistan e Ucraina, Airbnb è attiva anche in Africa, Medio Oriente, Sud e Centro America. Lo scorso anno, Airbnb.org ha annunciato la creazione di un Fondo per i Rifugiati a cui hanno aderito oltre 4.000 donatori.