Airbnb esperienze
Il portale degli affitti di camere e case per vacanze e viaggi cambia faccia e implementa i suoi servizi con la possibilità di comprare esperienze

La novità del 2017 per Airbnb si chiama Trips . Per ora il progetto pilota vede 500 esperienze in 12 città del mondo: Firenze, Los Angeles, San Francisco, Nairobi, Miami, Detroit, L’Avana, Londra, Parigi, Città del Capo, Tokyo e Seul.  Di cosa si tratta?

Facciamo un passo indietro…

 

Fino a ieri, standotene comodamente seduto sulla poltrona, potevi tranquillamente programmare le tue ferie prenotando il luogo di pernottamento tramite il portale di Airbnb. Cercavi il luogo che volevi visitare, sulla mappa ti uscivano i mille puntini dove potevi pernottare, sceglievi quello che più ti piaceva , indicavi i giorni di soggiorno, l’host (colui che ti ospita) convalidava la tua prenotazione e infine procedevi al pagamento. “Voilà” il gioco è fatto. Tutto molto bello. Inoltre puoi scegliere fra stare in una stanza condividendo l’alloggio coi padroni di casa o altri ospiti come te oppure affittarti una casa intera standotene per i fatti tuoi. Personalmente un cosa che mi piace moltissimo è quella di navigare sul sito alla ricerca delle case più bizzarre ne esistono a centinaia, puoi dormire in una carrozza da circo,  in un castello, in una casa sull’albero,  nelle tende dei tartari. Trovi di tutto. Già questo aspetto è un piccolo assaggio delle novità per il 2017 di Airbnb. Sì perché dormire in un luogo insolito è comunque un’esperienza. Vuoi mettere poter raccontare di aver dormito in un castello pieno di storia e mistero o avere la fortuna di conoscere host che di lavoro fanno gli artisti e hanno dalla loro migliaia di aneddoti da raccontarti sulla loro vita. Scoprire cose nuove e fare conoscenze non è una caratteristica esclusiva del viaggiatore ma fa parte della natura umana.

La novità 2017, le esperienze…

 

E così… il passo successivo per Airbnb è stato quello di offrire esperienze. Per ora è un progetto pilota ma la prospettiva è che se sei un host puoi anche offrire ai tuoi ospiti esperienze. Ma che tipo di esperienza? Insomma cosa vuol dire offrire esperienze?
Possiamo immaginare come esperienza la classica escursione della città . Magari possiamo immaginare la classica gita in una città d’arte, musei, chiese, pranzo in ristoranti tipici… il tutto accompagnato dal nostro host che guarda caso per l’occasione si improvvisa guida turistica. E no, non è proprio così,  in fin dei conti cosa cambierebbe da un tour operator?

Vogliamo che ogni viaggio che fai sia magico. Per cui non devi più seguire le mappe, aspettare in coda, e scattare foto dei soliti posti turistici. Adesso puoi avere accesso a esperienze uniche, case incredibili e preferenze locali: tutto questo da un’unica app.

(Brian Chesky CEO Airbnb in occasione della presentazione di Trips)

Immaginate di essere degli amanti del Rock e che ci sia qualcuno che lo ha vissuto e ve lo racconti. A Detroit, città industriale piuttosto grigia, c’è Kenny famoso per esser stato chitarrista di Kid Rock e a supporto di altre stars come Aerosmith, Metallica, Paul Rodgers, Chaka Khan e The Hendrix Experience tours. Lui vi può accompagnare nei luoghi nascosti che vibrano di ancora di musica,  dai locali alle arene dei concerti, vi può far scoprire i luoghi dove le star trovano gli spunti per il loro look e chissà magari andate nello stesso negozio vintage dove Iggy Pop ha comprato dei particolari pantaloni in pelle. Luoghi che diventano suggestivi perché dietro c’è una storia e a raccontarvelo è uno che l’ha vissuta e che conosce la materia come nessun altro. Forse, forse una città come Detroit potrebbe non interessarvi ma se amate la musica rock ecco che trovate davvero suggestivo il viaggio. La peculiarità dell’host rende unica l’esperienza. Vivere a contatto con le persone del luogo, facendo le stesse cose, senza pacchetti preconfezionati dalle agenzie ma a contatto con direi.. degli “artigiani dell’ospitalità”. La chiave per l’host è saper raccontare una storia e farla vivere al visitatore. L’esperienza diventa unica.

Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda.  cit. Italo Calvino

Così al viaggiatore si presentano una quantità indefinita di opportunità di viaggio, si può andare in Toscana a caccia di tartufi con un esperto trifolao, a Tokyo per un workshop di spade assieme a un maestro Samurai, imparare a cucinare la pasta da un cuoco nel suo agriturismo o addirittura assistere e collaborare alla stesura di una sceneggiatura per serie tv a Los Angeles.
Probabilmente l’evoluzione di Airbnb potrebbe vedere ampliare la gamma dei servizi offerti andando così dalla prenotazione del volo a quella del ristorante o al noleggio di auto o perché no anche la possibilità di vendere souvenir artigianali tramite l’e-commerce, il tutto per offrire un’esperienza più completa al consumatore. Quest’aspetto può tradursi per i vari host come una maggior possibilità di incrementare gli introiti aumentando proprio la gamma dei servizi offerti. Ciascun piccolo host potrà avere a disposizione i mezzi e l’infrastruttura tipica dei grossi gruppi per condurre la propria campagna marketing e rendere ancor più unica e irripetibile l’esperienza offerta. Stiamo a tutti gli effetti assistendo a una rivoluzione del settore turistico.
La differenza con i business tradizionali è che il concetto attorno al quale ruota l’offerta di Airbnb è quello di poter accedere a un ‘esperienza che è  lo stesso concetto attorno al quale nasce il mio blog, quindi, non posso essere più entusiasta di una simile offerta.
Con Airbnb assistiamo al concretizzarsi di quanto già scritto da Jeremy Rifkin con “L’era dell’accesso”, dove appunto egli prevedeva che:

“La nuova meta del marketing è riuscire a vendere esperienze, relazioni, cultura ed intrattenimento, in un’era in cui provare è più importante che possedere”  – Wikipedia

 

Non riesco a spiegare meglio questo concetto se non usando le parole di Rifkin. Buona parte del business legato alla Sharing Economy e ancora meglio all’Access Economy è legato proprio al marketing esperienziale che non possiamo definire come la frontiera delle tecniche classiche di marketing perché è semplicemente realtà già da diversi anni. Lo vediamo ogni giorno, le aziende si approcciano al cliente come fornitori di esperienze ed emozioni perché è il cliente stesso a richiederle. Il consumatore non è razionale nelle sue scelte d’acquisto ma è motivato anche da fattori emotivi, è alla ricerca di esperienze d’acquisto e di consumo che siano coinvolgenti e piacevoli (cit. Riccardo Perini).  Ad esempio gli store e gli show room di oggi sono cambiati rispetto al passato e così quando entriamo in un negozio spesso entriamo in un mondo fatto di suoni, odori e sensazioni che ci accolgono e ci fanno vivere una nuova esperienza accompagnandoci inconsciamente nell’acquisto. Da questo punto di vista Airbnb rimane la quintessenza del concetto di marketing esperienziale dove il consumatore non è solo coinvolto attraverso i sensi in un’esperienza, bensì ne è immerso.

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