Che rapporto c’è fra Italiani e Sharing economy? Grazie ai sondaggi SWG, proviamo ad approfondire quanto rilevato nel 2017.
Italiani e Sharing economy sono un binomio ormai consolidato? Quanto interesse c’è da parte degli italiani nei confronti di questo fenomeno?
Il 2017 è stato un anno interessante da questo punto di vista e così, per capire meglio cosa pensano gli italiani della Sharing economy, abbiamo raccolto una serie di sondaggi elaborati da SWG.
Driver per lo sviluppo delle città?
La Sharing economy inizia a essere vista come driver per lo sviluppo delle città.
Alla domanda se secondo lei la sharing economy sarà importante per il futuro sviluppo del suo Comune, il 54 % ha risposto positivamente. Da questo primo dato, vediamo come il legame italiani e Sharing economy si stia consolidando, per lo meno dal punto di vista dell’opinione pubblica.
La percentuale aumenta al 61% fra i residenti in comuni oltre i 100.000 abitanti e al 60% fra gli under 35.
Questo dato è particolarmente interessante perché tocca 2 fasce di popolazione dove vediamo la maggior parte degli utilizzatori di sharing economy.
I più entusiasti sono gli utilizzatori
Nei grossi centri urbani i problemi legati al traffico, la mancanza di spazio e il maggior costo della vita creano i presupposti per la nascita di sistemi di gestione alternativi delle risorse. In questo contesto la sharing economy appare come una risposta fisiologica e spontanea ai problemi di tutti i giorni.
Pertanto è proprio in questi centri che si verifica la maggior diffusione della sharing economy e il maggior utilizzo. I giovani under 35 sono, inoltre, piuttosto propensi all’utilizzo di un bene piuttosto che al possesso per cui è una fascia di popolazione che tenderà sempre più a utilizzare i servizi di sharing economy.
Questo dato, pertanto, è utile perché ci fa capire che chi utilizza i servizi di sharing economy è soddisfatto perché ne vede i reali riscontri nella vita quotidiana.
Italiani e sharing economy legata alla mobilità
Fra i servizi ai quali gli italiani sembrano maggiormente interessati, c’è il car sharing e il bike sharing. Stando alla somma delle risposte consentite, il 45% è propenso per il car sharing e il 40% per il bike sharing. Il 22% per il car pooling.
Questo dato testimonia come a far da padrona il sistema di sharing economy siano i servizi legati alla mobilità. D’altra parte, anche lo studio PWC, dedicato al mondo della sharing economy, mostra come il settore della mobilità sia destinato a primeggiare anche nel 2025. Anno in cui deterrà una quota del 40% di tutto il mercato europeo della sharing economy.
A un primo sguardo, italiani e sharing economy sembrano avere un buon feeling. Ma non è un caso. Stando al sopracitato studio PWC, in una nota, si legge come il tessuto socio-culturale sia più favorevole allo sviluppo della sharing economy in Italia e in Spagna.
Parola d’ordine? Condivisione
Se viene infatti chiesto agli italiani quali forme di organizzazione micro-economica siano le migliori alternative al sistema capitalistico moderno il quadro è quello seguente:
La Sharing economy è posizionata al terzo posto ma a precederla sono due sistemi che hanno molto in comune con lei e cioè la cooperazione tra le persone e la green economy e a seguire la gestione dei beni in comune.
Forse a causa della crisi economica, ma sembra che gli italiani sentano l’esigenza di una maggiore vita in comune, una maggiore condivisione. Senz’ombra di dubbio anche l’accrescere dei temi in merito alla tutela ambientale sta portando gli italiani a riconsiderare la gestione delle risorse. L’ambiente insomma inizia a essere una priorità fra i cittadini e un’economia che razionalizza e minimizza i consumi inizia a essere vista come una buona risposta ai problemi attuali.
Il dato è avvalorato dalla seguente indagine:
Condivisione dei servizi, green economy e sharing economy vengono infatti addirittura considerati i driver per il futuro. Gli italiani non solo credono che una miglior gestione delle risorse sia una necessità ma addirittura che possa essere un punto strategico su cui costruire lo sviluppo futuro.
Il lato green degli italiani
L’attenzione ai temi ambientali è cresciuta considerevolmente ma soprattutto fra i singoli cittadini che si recepiscono maggiormente sensibili al tema mentre vedono le istituzioni un po’ meno attente.
Insoddisfazione per l’attuale sistema economico
Tutti questi temi hanno una radice. L’insoddisfazione per l’attuale sistema economico. Vuoi la crisi. Vuoi l’ansia da globalizzazione. Ma se viene chiesto agli italiani come valutano l’attuale sistema economico la risposta è che il 95% crede che vada riformato.
Di cui il 63% crede che vada completamente ripensato. Stupisce i picchi del 70% e 77% siano fra le fasce più vecchie, cioè coloro che hanno vissuto e goduto in pieno il progresso del capitalismo moderno.
Ma i numeri cosa dicono su Italiani e Sharing economy?
Non avendo ancora le cifre per il 2017 per ora ci affidiamo allo studio dell’Università di Pavia commissionato da PHD Italia, secondo i quali sono il 7,3% gli italiani che usufruiscono dei servizi di sharing economy e il numero tenderà a salire a fra un 12,1% a un 21,5% in base al trend di crescita economica.
Lo studio, inoltre, valuta 3 differenti ipotesi per cui la Sharing Economy potrebbe valere nel 2025 14,1 miliardi secondo uno scenario di base ma se avesse particolarmente successo potrebbe raggiungere i 19,4 miliardi. Lo scenario più ottimistico invece ipotizza, con 21,4 milioni di utenti, un valore 25,1 miliardi che raggiungerebbe l’1,3% del PIL.
Da quello abbiamo visto il sentiment degli italiani verso la sharing economy è positivo. Gli studi mostrano un trend di consumi altrettanto positivo.
Ora non ci resta che raffrontare questi dati con quelli a consuntivo del 2017. Nei prossimi giorni vedremo cos’è stato il 2017 per la Sharing economy in Italia.