L’esito del referendum di domenica scorsa ha decretato che Parigi vieterà il noleggio di monopattini. Ne avevamo parlato a Gennaio in occasione dell’annuncio del sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, di indire un referendum per decidere se fermare oppure no il noleggio dei monopattini.
A Gennaio il sindaco aveva affermato che il divieto al noleggio free floating di monopattini fosse “un argomento è molto divisivo” e ha deciso di consultare i suoi elettori sulla questione. Aveva inoltre affermato che qualsiasi fosse stata la decisione avrebbe rispettato il voto dei parigini.
Va detto che il referendum è passato piuttosto inosservato ai parigini che si sono astenuto al 92%. Nonostante l’astensione l’89% dei votanti si è schierato per il divieto.
E ora…?
Il free floating a Parigi aveva un certo successo. Nel 2022 si sono contati 400.000 utenti al mese. La flotta è di 15.000 monopattini gestiti dalle società Lime, Dott e Tier.
A seguito dell’esito del referendum, non verranno rinnovati i contratti con i tre operatori e saranno prorogati solo fino di quest’estate consentendo ai parigini e ai turisti di utilizzare i monopattini ancora per qualche mese. Quindi, Parigi vieterà il noleggio di monopattini diventando così la prima capitale europea ad apporre un simile divieto.
Grande astensione. Chi erano i votanti?
Lee Hockstader del Washington Post scrive che durante una passeggiata nei pressi di Place de la Bastille, si è visto sfrecciare un monopattino a tutta velocità a circa quindici centimetri. Scrive “mi sono sentito come un tumbleweed ambientato in un cartone animato di Road Runner”.
Questa sensazione è ciò che ha accompagnato quei parigini che si sono recati a votare. Quelli propensi per il divieto erano i più motivati. Di certo articoli come “Accidents de la route à Paris : les blessés à trottinette électrique de plus en plus nombreux” comparso su Le Parisienne di due settimane fa non hanno aiutato a cambiare idea.
Stranamente l’astensione elettorale è stata alta. Ma chi è andato a votare quindi? Lee Kockstader scrive di essere andato a osservare un seggio elettorale nei pressi del Panthéon e con sua grande sorpresa l’età media degli elettori in fila era sopra i 60 anni. È esattamente la fascia demografica che teme di più gli scooter e usa loro almeno. I giovani non si vedevano da nessuna parte.
Circa la metà dei 2,1 milioni di abitanti di Parigi ha più di 40 anni e, poiché la popolazione della città è in gran parte diminuita negli ultimi decenni, l’unica fascia di età che è cresciuta molto negli ultimi tempi è quella degli ultrasessantenni. I giovani abitano lontano da Parigi, dove è più economico. Ai suburbani è stato impedito di votare al referendum. Anche il voto online avrebbe potuto indurre più giovani parigini a votare ma non è stato consentito.
Ma se il voto accontenta una certa fascia di età che vive a Parigi, scontenta quella più giovane. Quella che non può permettersi un auto. Parigi diventa così un po’ meno user friendly ma rimane un parco gioco per ricchi, come scrive Hockstader.
Ministro dei trasporti francese
Il ministro dei trasporti francese, Clement Beaune, ha dichiarato la scorsa settimana Radio Europe 1 che si aspettava un voto favorevole al divieto, aggiungendo anche che il referendum avrebbe avuto seguito in molte altre città in Francia e all’estero. Ha inoltre detto “trovo un peccato che abbiamo caricaturato e smorzato il dibattito”. Beaune sostiene, infatti, che gli e-scooter sono una preziosa soluzione di trasporto. Hanno fino a un viaggio su cinque a Parigi che in precedenza sarebbe stato effettuato utilizzando veicoli inquinanti.