Il fondatore di Ofo sta considerando la bancarotta, Mobike perde 16m yuan al giorno. Cosa c’è dietro la crisi del bike sharing cinese?
Il bike sharing cinese è in crisi. Appena 2 anni fa, scrivevamo dell’incredibile crescita a doppia cifra del bike sharing in Cina. A differenza dell’Europa, il bike sharing in Cina è stato trainato da aziende private. A parte una fase iniziale dove operavano diversi operatori, il mercato era dominato da duopolio Ofo e Mobike.
Erano gli operatori che raccoglievano la maggior parte degli investimenti. Ofo era supportato da Alibaba, Xiaomi e Didi Chuxing (app di ridesharing). Nel 2017 aveva raccolto 700 milioni di dollari da Alibaba. Mobike era supportata dal gruppo Tencent proprietara dell’app WeChat. Tencent, nello stesso periodo, aveva investito 600 milioni di dollari in Mobike. Parliamo di cifre da capogiro per il settore, mai viste prima in tutto il mondo. Le prospettive di allora, vedevano Ofo e Mobike come i 2 players in grado di conquistare il mondo con le loro app di bike sharing.
E’ già bancarotta per la Ofo?
Dicembre 2018. Al 27enne Dai Wei, fondatore di Ofo, la giustizia cinese ha proibito soggiorni in hotel di lusso e voli in prima classe. La ragione? Una montagna di fatture dei fornitori insolute, per un ammontare di 194m yuan poco più di 25m di euro. Diversi utenti di Ofo non hanno ancora visto la restituzione della cauzione versata. Pare che Dai Wei abbia scritto una lettera ai suoi collaboratori dove spiega che sta prendendo in considerazione di dichiarare bancarotta e a Gennaio ha deciso di chiudere la sua divisione internazionale. Addio sogni di gloria.
Mobike: un rosso incolmabile
Mobike nell’Aprile del 2018 è stata di acquistata dalla Meituan, l’equivalente cinese di Groupon. Stando a una recente analisi della Meituan, Mobike a oggi perde 16m yuan l’equivalente di 2,1m euro al giorno. Meituan ha annunciato che dal 23 Gennaio, Mobike cambierà nome e diventerà Meituan bike.
Ma come è stato possibile?
Le ragioni sono molteplici. Secondo diversi analisti è stata la guerra per contendersi il territorio fra Ofo e Mobike a colpi di ribassi tariffari ed estensione del parco bici. I due operatori sembravano più interessati a mostrare ai loro investitori un’azienda in forte espansione e in grado di controllare completamente il mercato.
Secondo Jeffrey Towson della Peking University, il colpo decisivo per Ofo è stato quando i suoi 2 maggiori investitori hanno rivolto le loro energie su altri fronti. Didi Chuxing nel suo bike service e Alibaba su un’altra azienda di bike sharing, la piccola HelloBike.
Le spese pazze di Ofo
I media locali si divertono invece a descrivere una gestione irresponsabile dell’azienda, caratterizzata da spese pazze. Per cui si citano i 10m di yuan per chiedere alla pop star cinese, Lu Han, di fare da testimonial per la Ofo.
Uno dei fornitori Flying Pigeon, ci parla come la situazione fosse sfuggita di mano ai dirigenti della Ofo. Gli ordini delle bici ad un certo punto sono arrivati a 600.000 bici al mese e sarebbero dovuti salire a 1 milione al mese. Una bici ogni 15 secondi.
Altri fattori molto importanti sono stati gli atti vandalici e i furti alle bici. Ma anche le regole più restrittive all’utilizzo e alla gestione delle bici da parte di alcune città in Cina per limitare l’accumulo e la congestione nelle strade di bici lasciate in maniera disordinata in qualsiasi posto.
HelloBike, la speranza del bike sharing cinese?
Malgrado la crisi del bike sharing cinese c’è però chi ci crede ancora. Alibaba ha deciso di investire in un nuovo terzo operatore, HelloBike. 4 milardi di yuan nell’ultimo round. Pare che Alibaba abbia scelto HelloBike perchè più disciplinata di Ofo e Mobike. L’operatore è presente in 300 città cinesi. Sino ad ora, l’azienda pare abbia una gestione più prudente. Ha 1/3 del parco bici dei suoi concorrenti e 2/5 di esse sono concentrate in città con un livello basso di concorrenza.
Quando i 2 big di un settore sono in caduta libera è inevitabile arrivare alla conclusione che il bike sharing cinese è in crisi. E’ però interessante vedere come sia considerato ancora un settore strategico. Abbiamo già detto che la differenza con l’Europa è che il bike sharing cinese è in mano ai privati. In Europa si parla del bike sharing come servizio pubblico e lo concepiamo come un’attività in perdita. In Cina invece credono molto nel settore e forse fanno bene. Il bike sharing di fatto fornisce un mappatura dei viaggi degli utenti, dice del singolo utilizzatore dove va e con l’interazione con lo smartphone dice anche cosa fa. Come nelle ipotesi che avevamo già avanzato in passato, potrebbe essere uno strumento nelle mani delle multinazionali per raccogliere dati sugli utenti e magari indirizzarne gli acquisti. Forse per questo che un big dell’e-commerce come Alibaba continua a investire nel settore.